Il sistema scolastico dominicano: analisi della situazione attuale
Ultima modifica in data 02/06/2022
Il futuro di ogni Paese passa dall’educazione che si offre ai giovani. Più un Paese è povero e più aumenta la difficoltà di garantire questo diritto. Oggi ti parlo in maniera concisa ma dettagliata del sistema scolastico dominicano.
Le notizie sull’organizzazione della scuola in Repubblica Dominicana sono discordanti. Le informazioni di base sono simili ma ognuno dice la sua riguardo all’età e all’obbligatorietà.
Per non sbagliare, ho deciso di affidarmi all’ultimo report dell’UNESCO, datato maggio 2019. Tutto quello che trovi in questo articolo, quindi, proviene da una fonte ufficiale e autorevole.
Condita da qualche informazione ricavata da una guida durante uno dei miei viaggi.
Bene, iniziamo.
RISULTATI E “SALUTE” DEL SISTEMA SCOLASTICO DOMINICANO
La scuola è gratuita e obbligatoria dai 5 ai 17 anni.
La Costituzione stabilisce che l’educazione deve essere accessibile a tutti e che lo Stato ha il dovere di garantire gratuitamente un’istruzione fino alla scuola secondaria.
Non solo: deve offrirla anche a tutti i maggiori di 14 anni che non abbiano potuto iniziare o concludere la propria istruzione. Questa educazione accelerata per adulti prevede minimo 4 anni e fornisce istruzione basica, media e formazione professionale.
Conclusi gli studi secondari, chi vuole continuare può andare all’università o in altri istituti riconosciuti oppure iscriversi all’accademia militare.
Lo Stato offre sussidi anche per questo periodo a chi ha problemi economici.
Negli ultimi anni, i numerosi sforzi hanno portato a un deciso miglioramento:
circa un terzo della popolazione completa tutta la vita scolastica obbligatoria di 13 anni e il tasso di alfabetizzazione generale si aggira attorno al 92%.
Inoltre, nel 2021 sono stati consegnati 1 milione di computer agli studenti delle scuole per colmare il divario digitale esistente con i Paesi più sviluppati.
A beneficiare maggiormente del cambio di passo sono state le donne. Registrano dati più alti dei maschi e ciò le sta aiutando nell’ottenimento di ruoli sempre maggiori nella società.
Fatto questo veloce riassunto, entriamo un po’ più nel dettaglio.
COME È ORGANIZZATO IL SISTEMA SCOLASTICO DOMINICANO
L’organizzazione della vita educativa dei giovani è influenzata dal modello statunitense, come succede in vari settori.
Ci sono quattro fasi principali, sia nelle scuole pubbliche che private:
- l’educazione prescolare (nivel inicial): l’asilo non è obbligatorio e si trova solo nelle aree più sviluppate. Accoglie i bambini fino ai 5 anni, con programmi ad hoc per fasce di età. L’unico anno obbligatorio è proprio l’ultimo (quindi bambini di 5 anni), propedeutico all’inizio della scuola vera e propria
- istruzione primaria (nivel bàsico): prevede un percorso di sei anni (studenti dai 6 agli 11 anni d’età) e viene offerto su giornata estesa
- istruzione secondaria (nivel medio): su giornata regolare o estesa, si divide in due cicli da 3 anni ciascuno. Il primo ciclo ha un percorso comune a tutti, mentre il secondo è specialistico e si divide in liceo generale/accademico, istituto tecnico-professionale o politecnico e istituto artistico
- istruzione superiore (nivel superior): dai 18 ai 24 anni, viene offerta in istituti specializzati e università. Prevede specializzazione pre-universitaria, corso di laurea e post-laurea (specializzazione, master e dottorato).
Il sistema scolastico dominicano, questo mi ha raccontato una guida, è costruito su quattro fasce di lezione, pensate per le differenti esigenze dovute all’età:
dalle 8 alle 12.30, dalle 13 alle 17, dalle 17 alle 22 e il tempo pieno dalle 8 alle 17 (prevede sia colazione che pranzo).
Vige l’obbligo della divisa sia nel pubblico che nel privato. Questo garantisce uguaglianza sociale e identificazione in una comunità.
Le divise sono pressochè uguali per tutti, cambiano soltanto i colori (sono 5 in totale, diversi da una regione all’altra).
SCUOLA DELL’OBBLIGO
La qualità generale della scuola dominicana resta bassa (soprattutto quella pubblica) e va di pari passo con il rendimento degli studenti:
una bassa qualità della struttura significa anche minore qualità generale, quindi più disuguaglianza di genere e maggiore abbandono.
Gli istituti privati soffrono meno di questo problema e offrono varie opzioni per costi, qualità e modalità di insegnamento.
Solitamente hanno in comune il fatto di prevedere un’unica struttura per tutti i 13 anni di vita scolastica. Insomma, è difficile che le elementari/medie siano da una parte e le superiori da un’altra.
Le scuole pubbliche, invece, sono quasi sempre pensate soltanto per una parte del percorso di studi e gli studenti devono cambiare istituto quando accedono al livello successivo.
Inoltre, sono spesso sovraffollate, carenti di risorse didattiche e aule all’altezza. Nelle zone rurali, l’insegnamento si interrompe dopo i primi anni e per proseguire gli studi bisogna andare altrove, che può significare anche molti chilometri di strada.
Secondo l’UNICEF, gli abitanti di queste zone hanno molte più probabilità di abbandonare gli studi e rimanere con un tasso di istruzione basso. Una ricerca ha dimostrato che l’istruzione è una delle maggiori preoccupazioni per la popolazione: un’educazione bassa è un freno anche al successo lavorativo.
Politica e organizzazioni internazionali lavorano in sinergia per ridurre la disuguaglianza e favorire un accesso alla scuola universale.
Le fasce orarie sono uno dei metodi utilizzati, perché consentono agli studenti di poter frequentare la scuola senza rinunciare ad eventuali lavori e sport.
La strada da fare è lunga ma i dati sono incoraggianti: il 75% conclude il quarto anno, il 63% completa il sesto e il 52% arriva a finire tutti gli otto anni della scuola primaria.
Ti ricordi che ti ho detto che le femmine hanno numeri migliori dei maschi?
I motivi principali sembrano essere due:
la voglia delle ragazze di eliminare la differenza sociale e la disuguaglianza di genere. E, da parte dei maschi, il desiderio di sfondare nello sport.
La prospettiva di diventare una stella del baseball e di arrivare di conseguenza a giocare negli USA, con ricchi contratti, è spesso vista dai maschi come l’unico modo per costruirsi un futuro dignitoso.
Gli scout delle franchigie americane della MLB sono molto diffusi in Repubblica Dominicana. Tantissimi ragazzi abbandonano gli stufi per allenarsi con loro, anche se solo 1 su 40 riesce effettivamente a entrare in un’accademia (di questi, uno scarso 5% arriva fino in MLB).
Tutti quelli che falliscono, si ritrovano senza un’educazione adeguata e quindi fanno fatica ad entrare nella forza lavoro nazionale.
ISTRUZIONE SUPERIORE: COLLEGE E UNIVERSITÀ
Dopo i 17 anni, si può accedere all’ultimo livello di studi, diviso in tre tronconi.
All’inizio i diplomati seguono un percorso pre-universitario, grazie al quale possono accedere all’università vera e propria.
Per finire, c’è la possibilità di proseguire con master, dottorati e specializzazioni.
La storia dell’educazione universitaria comincia nel 1510.
In quell’anno i missionari dell’ordine dei domenicani, arrivati sull’isola di Hispaniola (il territorio che oggi è diviso tra Haiti e Repubblica Dominicana), avviarono un centro studi a Santo Domingo, prima colonia del Nuovo Mondo.
Grazie alla fervente attività intellettuale, che valse alla città il titolo di “Atene delle Americhe”, chiesero che il centro diventasse un’università. Papa Paolo III accolse la richiesta e il 28 ottobre 1538 istituì la prima università del continente americano, che esiste ancora oggi con il nome di Universidad Autònoma de Santo Domingo (UASD).
È l’unica università pubblica della nazione. Oltre alla sede sede centrale nella capitale, ha ben 18 tra succursali e distaccamenti minori sparsi per il territorio (e altri sono in progetto).
Come puoi vedere dalla cartina qui sotto, copre tutte le regioni.
Ci sono nove facoltà differenti, per un totale di 23 corsi di studio che coprono un po’ tutti gli ambiti e settori lavorativi.
Santo Domingo è la città con il numero più alto di università e istituti di specializzazione nel Paese (oltre 20). Di conseguenza, detiene la più alta percentuale di residenti con un’istruzione superiore.
Secondo un rapporto del 2017 del Ministero dell’istruzione superiore, della scienza e della tecnologia, nel Paese ci sono circa 2000 studenti che arrivano dall’estero (49 nazionalità differenti), con gli haitiani a comporre il gruppo più numeroso.
VACANZE E LEZIONI
L’anno scolastico comincia a metà agosto e prosegue fino a giugno.
Rispetto all’Italia, la vacanza estiva è più corta grazie a maggiori pause durante l’anno. Oltre ai 15 giorni per Natale e alla settimana di Pasqua, di solito ogni mese c’è una festività politica o religiosa e la tendenza è quella di unire il giorno festivo al fine settimana più vicino.
In questo modo, ogni mese c’è almeno un weekend lungo di stop.
Nel sistema scolastico dominicano, i programmi sono stabiliti dal Ministero e sono comuni a pubblico e privato.
Tuttavia, il gap tra istituti pubblici e privati è abissale e molti dominicani fanno enormi sacrifici pur di mandare i figli in una scuola privata.
Si cerca di sopperire alle mancanze anche con l’aiuto di privati o dei volontari (specialmente ONG americane). Grazie a loro esistono scuole private gratuite e sostegni alle famiglie meno abbienti tramite corsi integrativi e kit di libri e uniformi.
Mentre le scuole pubbliche utilizzano lo spagnolo, lingua ufficiale della Repubblica Dominicana, quelle private di solito prevedono un insegnamento bilingue (spagnolo affiancato da inglese, francese o altra lingua europea).
Viene dato grande spazio alle materie che in Italia sono meno considerate, come la musica, lo sport e il teatro.
Anche la fede occupa un posto rilevante:
molto spesso gli istituti hanno un’impostazione religiosa e quindi prevedono lezioni settimanali di catechismo e la messa.
Il supporto esterno alle scuole arriva molte volte da un’organizzazione religiosa e quindi è abbastanza comprensibile questo binomio.
CONCLUSIONE
Questa è la situazione attuale del sistema scolastico dominicano.
Se da una parte l’alto numero di istituti privati permette di aumentare l’offerta e il livello diistruzione, dall’altra rischia di mettere in secondo piano la scuola pubblica.
In un Paese mediamente povero, questo spesso causa forte disuguaglianza e amplifica una differenza sociale già evidente.
L’economia della Repubblica Dominicana è in ascesa da parecchi anni e tra le migliori dell’America latina. Questo porterà probabilmente ad investire maggiormente anche nella scuola, che ad oggi interessa circa il 4% del prodotto interno lordo.
I vantaggi sono evidenti:
gente più istruita e quindi più formata sul lavoro, meno sacrifici per regalare un’educazione di livello, meno ricorso agli aiuti esterni.
Il discorso riguarda la Repubblica Dominicana ma è valido per qualunque nazione. Un auspicio generale da non dare mai per scontato.
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Ti ringrazio,
alla prossima!
Noel
Nota: articolo rivisto ed aggiornato a giugno 2022.
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