Ultima modifica in data 28/08/2023
In questo articolo ti svelo come fare ecoturismo a Santo Domingo in maniera del tutto sicura e organizzata. Purtroppo è una tipologia di viaggio molto poco sfruttata in Repubblica Dominicana, nonostante le infinite possibilità alla portata di tutti.
Ti farò venire voglia di conoscere questo splendido Paese in una maniera diversa. Dimenticati le spiagge caraibiche, perchè questo itinerario è molto di più.
Nonostante negli ultimi anni si senta parlare più spesso di ecoturismo a Santo Domingo, è un tema ancora in ombra.
E questo è dovuto all’immagine, difficilissima da scalfire, che riempie la testa dei viaggiatori:
la vacanza di mare all-inclusive.
Se Santo Domingo e resort tutto incluso sono quasi diventati sinonimi, lo si deve alla poca lungimiranza dei tour operator ma anche, in primis, dello stesso governo dominicano.
Hanno sviluppato per decenni una sola idea di viaggio, andando incontro al turismo di massa ma penalizzando tutte quelle zone che, per un motivo o per l’altro, non possono sfruttare l’attrattiva dei resort.
Per fortuna, la situazione sta cambiando…
VAI COL TREKKING: QUALE MIGLIOR MODO PER FARE ECOTURISMO A SANTO DOMINGO?
Ho già scritto un articolo sul trekking in Repubblica Dominicana legato al viaggio che ti racconterò, nel quale riassumo i concetti che svilupperò più a fondo oggi.
Infatti, ora voglio raccontarti la mia esperienza del viaggio di gruppo che ho fatto nel dicembre 2018.
Ero già a conoscenza da anni delle infinite possibilità di fare ecoturismo a Santo Domingo. La varietà dei paesaggi è talmente vasta (e spesso inesplorata) che ce n’è per tutti i gusti, più di quanto ci si immagini.
Non è stata quindi la prima volta che ho fatto un viaggio orientato alla sostenibilità. Però ne parlo perchè è un programma davvero ben fatto, proposto da un tour operator di sicuro affidamento.
Inoltre, è l’unico programma esistente oltre ai miei tour della Repubblica Dominicana che non si concentra sulle vacanze nei resort tutto incluso.
ECOTURISMO A SANTO DOMINGO CON UN VIAGGIO ORGANIZZATO: ITINERARIO GIORNO PER GIORNO
Ti ricordo che quello che leggerai da ora in poi è un resoconto di ciò che ho vissuto a fine 2018. Racconterò come è strutturata ogni tappa del viaggio e cosa prevede, però non è tutto programmato a tavolino:
ci sono alcuni momenti ed alcune attività che possono variare, in base al clima o alle decisioni del gruppo.
Quello che non cambierà è lo spirito di fondo del viaggio:
seguendo un turismo responsabile, gli alloggi sono sempre a conduzione familiare o locale, con poche stanze; salvo gli spostamenti da una località all’altra, ci si muove sempre camminando; le escursioni sono studiate per stare alla larga dalla massa e da soluzioni troppo commerciali.
LA CAPITALE, SOSTA IMPERDIBILE PER CONOSCERE OGNI PAESE
Il viaggio comincia dalla capitale, Santo Domingo de Guzmàn.
Arrivo con il volo Iberia da Linate ed atterro nel tardo pomeriggio. Ritrovo nella hall con i miei compagni di viaggio, veloce presentazione e si parte!
Sono previste 2 notti in un boutique hotel della Zona Colonial (dove, per legge, gli edifici non possono superare i 3-4 piani così da non deturpare la natura coloniale dell’area), Casa Sanchez Boutique Hotel: un posto perfetto per muoversi, infatti si trova a due passi da Calle El Conde, la via pedonale che è un po’ il centro della città coloniale.
Sono due giorni dedicati alla visita della storia del Paese. È l’unica tappa del viaggio che prevede solo storia e cultura, però non si può andare in un posto senza conoscerne il passato!
Già la prima sera, il gruppo è molto affiatato e sembra di conoscersi da una vita (e questo è uno dei motivi per fare questo viaggio di trekking).
Il soggiorno in capitale si alterna tra puro turismo (con la visita di tutti i punti salienti: ad esempio la Catedral Primada de America, Plaza de España e la Fortaleza Ozama) e momenti più local o di svago.
Due esempi su tutti sono la visione di tre film nel cinema 4D e l’immersione nel folklore al Monasterio de San Francisco, tra le cui rovine ogni domenica sera si tengono balli e concerti live.
Permettimi di dirti una cosa:
grazie a questo viaggio ho rivalutato parecchio la città. Nei viaggi precedenti ero sempre rimasto a metà con il giudizio ma devo dire che è davvero un bellissimo posto!
Tra l’altro, ci sono tantissime cose da fare a Santo Domingo.
BAYAHIBE: VEDERE CON NUOVI OCCHI IL POSTO PIÙ CONOSCIUTO DAGLI ITALIANI
Dopo aver riassorbito nuovamente l’atmosfera dominicana ad un anno circa di distanza dall’ultima volta, eccomi pronto alla tappa più famosa in Italia: Bayahibe.
Personalmente, il paese di Bayahibe è un posto che adoro perchè nonostante la grande presenza di italiani, riesce a mantenere il suo originale spirito sonnecchiante, dove il tempo scorre lento.
Mi concedo sempre qualche giorno in questa località, dove con la scusa di rilassarmi ne approfitto per passare del tempo con alcuni dominicani che ormai sono amici di lunga data.
So già cosa stai pensando…
Che abbiamo pernottato al Viva Dominicus o in qualche altro resort.
Ebbene no!
Siamo qui per fare ecoturismo, quindi al bando i grandi resort. Restiamo a Bayahibe Dominicus ma in un hotel più semplice: l’Hotel Eden gestito da un italiano.
Bayahibe Dominicus è la parte nuova del paese, costruita attorno ai primi resort decenni fa. Il paese vero e proprio si trova a circa 3 km di distanza.
Solitamente alloggio proprio nella Bayahibe “vecchia”, dove c’è tutto ciò che occorre per stare bene:
tranquillità estrema, localini ad ottimo prezzo, quiete e pace a non finire.
VISITARE I DINTORNI IN MANIERA COMPLETAMENTE OPPOSTA ALLA MASSA
Le escursioni a Bayahibe sono di vario genere, anche se quelle più vendute sono le solite 2-3. Quelle previste con questo viaggio erano una novità anche per me:
- non posso che partire dalla regina assoluta delle escursioni dell’intera Repubblica Dominicana, l’isola di Saona > accompagnati da un pescatore e la sua barca da massimo 10 posti, visitiamo zone non previste per le gite di massa, ad esempio alcuni terrazzamenti che permettono di camminare sull’acqua e che portano fino ad isla Catalinita, punto eccelso per fare snorkelling. A Saona si trova anche una delle spiagge più belle vicino alla capitale che però questo itinerario non tocca
- Parque Nacional del Este > il parco è molto esteso, noi camminiamo al suo interno per qualche chilometro partendo dal centro Guaraguao; visitiamo la flora della zona e torniamo a Bayahibe, fermandoci alla fine in una piccola spiaggia quasi tutta per noi (ad eccezione di alcuni dominicani con una bimba meravigliosa che mi si è avvicinata per giocare)
- sentiero Padre Nuestro > un altro sentiero del Parque del Este, sul cammino regala alcune grotte e cactus ed una chicca finale: un bagno in un lago sotterraneo, completamente al buio.
Ogni soggiorno a Bayahibe mi lasciava ogni volta un ottimo ricordo. Purtroppo, nel 2019 ho perso un carissimo amico che lavorava là e quindi credo che non ci tornerò più. Le ultime volte andavo soprattutto per stare con lui, ad oggi ancora il dolore per non ritrovarlo sarebbe forte.
Comunque, tornando a noi, dei 3 giorni di questa tappa ho tante cose da ricordare.
Voglio dirti però la meno prevedibile, oltre che l’unica negativa.
Il caldo straziante e la fatica del ritorno dal trekking nel Parque del Este, quello del secondo giorno dove ho conosciuto la bambina. Abbiamo percorso tutta la strada allo scoperto, camminando sulla spiaggia. Essendo un caldo umido, ho sofferto molto di più che durante le visite nel Sahara! 😅
FINALMENTE SAMANÀ, DOVE IL VERDE REGNA SU TUTTO
Arriva il momento che attendevo con ansia.
Il ritorno nella penisola di Samanà.
Ma prima, una sosta lungo la strada per visitare la Cueva de las Maravillas, un complesso di grotte dove si trovano alcuni pittogrammi del popolo taino.
Perchè questa voglia di tornare a Samanà?
La risposta è molto semplice: è la mia regione preferita.
Adoro i paesaggi dominati dal verde. E qui tutto il territorio è dominato da questo colore, con la natura che la fa da padrona e che mi riempie gli occhi. Attraversare strade circondate da foreste e da palme non ha prezzo…
Si alloggia per 3 notti a Las Galeras, un piccolo centro all’estremità orientale della regione che avevo visitato soltanto di passaggio: oltre questo punto, c’è solo l’oceano.
Come trascorrono le due giornate?
Il primo giorno prevede il trekking per la cascata del Limòn passando per il Sendero del Cafè (uno dei tanti presenti).
Al momento del pranzo, poco prima di proseguire per l’ultimo tratto del percorso e raggiungere la cascata, è scoppiato un nubifragio che ha reso il trekking ancora più emozionante.
Il secondo ed ultimo giorno, invece, un’impegnativa camminata fino a playa Frontòn (l’unico altro modo per raggiungerla è in barca) dove è possibile cimentarsi nello snorkelling. Qui c’è anche uno dei punti panoramici per vedere le balene che entrano nella baia di Samanà.
Gran finale all’ora del tramonto a playa Rincòn, che pochi anni fa è stata inserita al numero 7 delle spiagge più belle al mondo e che rivedo con grande piacere.
Inutile dire che essendo tra le più belle del mondo, è anche una delle migliori spiagge della penisola di Samanà.
E con questo, saluto un’altra zona ricca di escursioni e alla quale sono legatissimo.
Il giorno dopo si parte per la costa nord, zona Puerto Plata, dove si arriva in serata dopo aver pranzato a metà strada con i piedi nell’acqua, a Playa Grande.
LA COSTA NORD, PATRIA DEGLI SPORT ACQUATICI
Da questo momento in poi, per me era stato tutto una nuova scoperta. La seconda parte del viaggio, infatti, tocca zone che all’epoca del viaggio ancora non avevo visitato.
Ne avevo approfittato per farmi un’idea…
La nostra destinazione è il Cabarete Maravilla Ecolodge, gestito da un ragazzo francese. Cabarete è una località rinomatissima per il kitesurf e per questo è frequentata soprattutto da sportivi e da nordamericani.
Il momento più atteso di tutto il programma si svolgerà proprio durante questo soggiorno.
Ma andiamo con ordine.
La giornata parte, come al solito, al mattino presto e prevede la visita di Puerto Plata. Prima la fabbrica di rum Brugal (con la guida di “Frankenstein”, che parla ben 7 lingue tra cui il giapponese) e poi salita sul Pico de Torres con l’unica funivia ad un pilone di tutti i Caraibi. Da quassù la vista è spettacolare e si può passeggiare nell’orto botanico, all’ombra delle piante.
Prima di tornare a Cabarete per la notte, una camminata sul lungomare della città (sulla quale avevo buone aspettative ma che, onestamente, offre ben poco).
Ed eccoci al giorno più adrenalinico ed atteso.
L’ECOTURISMO A SANTO DOMINGO È FATTO ANCHE DA MOMENTI DI ADRENALINA MASSIMA
Al sorgere del sole, ha ufficialmente inizio il giorno X.
La destinazione sono le 27 cascate (o charcos) di Damajagua. Un canyon di circa 7 km che tra salti, scivoli d’acqua e piscine naturali rende questa giornata un momento indelebile. Come rimarrà indelebile il salto di 8 metri, il più tosto del percorso…
Descrivere questa escursione è difficile, è una di quelle attività da vivere. È pura adrenalina, impossibile trasmetterla a parole.
Ti invito a scoprire le altre escursioni imperdibili a Cabarete leggedo l’articolo specifico.
Passo quindi all’ultimissima tappa del mio viaggio, prima del ritorno a Santo Domingo per il volo di rientro.
ADDIO MARE: RIGENERARSI SULLE COLLINE DOMINICANE. IL POSTO PIÙ INDICATO PER IL VERO ECOTURISMO A SANTO DOMINGO
Ciò che ti descrivo in questa sezione, non fa più parte del programma. Ho avuto la fortuna di farlo perchè erano i primissimi viaggi, una sorta di fase-beta per testare l’interesse.
Il programma originale prevedeva il soggiorno in queste zone e quindi durava 15 giorni, mentre attualmente dalla costa nord ci si dirige direttamente a Santo Domingo e i giorni totali sono quindi 13.
Lascio comunque la descrizione della tappa per descriverti con precisione la mia esperienza. Di ciò che troverai, soltanto la sosta a Santiago è rimasta.
Jarabacoa, il rafting ed il trekking alla cascata non sono previsti.
Sappi però che per vederw queste zone, puoi sempre scegliere i miei tour organizzati su misura!
Ecco cosa offre questa zona.
Jarabacoa è una delle principali località dell’interno della Repubblica Dominicana. Uno di quei posti che soffrono ancora di scarsa considerazione.
Ed è davvero un peccato…
Come ti dicevo all’inizio dell’articolo, l’unica idea che si ha del Paese è quello di una località di mare. E questo non rende giustizia al restante 70% del territorio.
Ma sono sicuro che dopo aver letto questo articolo, già la prossima volta che sentirai parlare di Santo Domingo potrai intervenire e dimostrare che ne sai più della maggior parte delle persone.
Grandioso, vero?
Ti ammireranno e ti chiederanno di saperne di più. O perlomeno, questo farà chi è realmente curioso di conoscere il mondo.
Ma torniamo a noi.
VISITA DELLA SECONDA CITTÀ PER IMPORTANZA, SANTIAGO
Lungo la strada per Jarabacoa una sosta è d’obbligo a Santiago de los Caballeros, la seconda città più importante del Paese: una città caotica che tra le attrazioni ha il Monumento agli Eroi Nazionali e il mercato cittadino, un bazar dove è possibile trovare tantissimi oggetti, sia a prezzi turistici che locali.
Se non fosse per la dominicanità evidente nel modo di fare, a primo impatto non sembra neppure di essere in Repubblica Dominicana. Anche la gente è ospitale e calorosa in un modo più riservato, si vive il soggiorno con maggiore intimità.
ALLA SCOPERTA DI UN’ALTRA REPUBBLICA DOMINICANA
Ed eccoci alla parte eliminata dal programma.
2 notti differenti dalle altre, contornati dal verde delle colline e cullati dal silenzio totale.
Quali sono le attività principali?
Dopo il canyoning alle 27 cascate, proprio qua ci sarebbe un altro carico di adrenalina e di divertimento:
al mattino il rafting sul Rìo Yaque (l’unico fiume di tutti i Caraibi dove è possibile praticare questa attività sportiva – ed è solo uno dei tanti record che vanta la Repubblica Dominicana).
E qui apro una parentesi.
Sono nato ed abito in Trentino Alto-Adige, una regione che regala vari fiumi dove praticare il rafting. E ora dimmi.
Secondo te, quando è stata la mia prima esperienza?
Esatto, proprio durante questo viaggio 😆.
Pazzesco, vero?
Sono dovuto andare dall’altra parte del mondo per fare qualcosa che si trova a nemmeno 2 ore da casa…
Finito il rafting e dopo un bel pranzo incluso nell’attività, ecco una camminata semplice e breve rispetto a quelle effettuate negli scorsi giorni, alla cascata Yimenoa Uno.
Ah, dimenticavo:
le due cascate ammirate nel viaggio (El Limòn e Yimenoa Uno, qui sotto rispettivamente nella seconda e nella prima foto) sono entrambe apparse nel film “Jurassic Park”, quindi sicuramente le avrai già viste…
SI TORNA A CASA
E con questa foto di gruppo (ed un video natalizio stupido fatto nel laghetto di fronte alla cascata 😂) si concludeva il viaggio originale.
Si completa il trasferimento per l’aeroporto di Santo Domingo.
Trasferimento di qualche ora che, come sempre, ho passato con il morale sotto i piedi. È un effetto che non riesco ad eliminare del tutto: con il passare degli anni, sono riuscito a ridurre la tristezza ma comunque il ritorno in Italia è sempre carico di lacrime e malinconia.
Ma questo non è il posto per parlarne. Tu sei qui per avere allegria e voglia di nuove esperienze!
È giunto il momento di darti le motivazioni per fare questo viaggio.
Ti chiedo ancora pochissimi minuti, è l’ultimo paragrafo.
PERCHÈ FARE ECOTURISMO A SANTO DOMINGO CON QUESTO TREKKING DI GRUPPO
Ti ho portato in giro per l’isola raccontandoti nel dettaglio come è strutturato il programma.
Se stai ancora leggendo, vuole dire che attendi qualche motivazione pratica per convincerti del tutto.
Ti accontento subito:
- è l’unico viaggio organizzato da grandi tour operator che, ad oggi, fa scoprire zone dell’isola diverse dalle spiagge invase dai resort
- l’itinerario, studiato nei minimi dettagli e promosso dall’Ente del Turismo dominicano, è proposto da un tour operator leader nei viaggi di tipo responsabile, con guide italiane ufficiali e presenti h24
- condividendo 2 settimane a stretto contatto con altre persone, creerai rapporti di vera amicizia e vivrai un’esperienza tra le migliori che possano capitarti
- ti allontanerai dalla massa, visitando zone ancora inesplorate e potendo fare una vacanza nel pieno rispetto dell’ambiente e delle popolazioni locali.
E con questo ho detto davvero tutto. Ora hai davvero un’idea chiara di come fare ecoturismo a Santo Domingo senza organizzarti in autonomia.
Bene. Io sono già pronto per la mia prossima avventura in Repubblica Dominicana!!
Se questo articolo ti è stato utile, aiutami a condividerlo e lasciami un tuo commento per opinioni o domande. Mi farà piacere parlarne con te!
Ti ringrazio,
alla prossima!
Noel
Nota: articolo rivisto ed aggiornato ad agosto 2023.