Quanto ne sai sui balli della Repubblica Dominicana?

Ultima modifica in data 10/12/2022

Un blog che parla di Repubblica Dominicana, soprattutto se specializzato nell’argomento, non può evitare di parlare della musica. E siccome non c’è musica senza danza, ecco un articolo approfondito sui balli della Repubblica Dominicana.

Per iniziare, cito una frase che mi piace usare spesso:

i dominicani imparano prima a ballare che a parlare.

Credo che questo renda al meglio l’idea di quanto i balli facciano parte del loro DNA.

Le danze latino-americane includono tantissimi generi differenti ma non voglio fare una lezione su tutti quanti.

Ad esempio, la salsa non è prettamente dominicana (è più cubana e portoricana), eppure uno dei suoi massimi esponenti e creatori è stato Johnny Pacheco, scomparso nel febbraio 2021.

Oggi però ti porterò alla scoperta soltanto dei balli della Repubblica Dominicana, ufficialmente riconosciuti come simbolo di questa terra.

Non solo: sono anche tra i balli più famosi e diffusi al mondo.

A questo punto, hai già capito che sto parlando del merengue e della bachata.

Ebbene sì, entrambi sono originari di questa terra.

La loro nascita e le sonorità presero forma dall’Africa occidentale e si mischiarono in maniera piuttosto naturale alle tradizioni europee e spagnole in particolare.

Nella guida della Repubblica Dominicana avevo già accennato al loro legame con la nazione ma oggi ti spiegherò tutto ciò che bisogna sapere su queste danze.

Continua a leggere per saperne di più.

MERENGUE: STORIA DEL PIÙ ANTICO DEI BALLI DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

Il ballo nazionale dominicano per eccellenza è il merengue.

Le vere origini si perdono un po’ nella leggenda ma sembra che derivi da una danza comparsa in area caraibica tra 1830 e 1840.

In questi anni si sviluppò nel paesino di Navarrete (nella valle rurale del Cibao) il genere musicale ribattezzato merengue tipico, in quanto era il più antico. Data la sua provenienza, si può anche parlare di merengue cibaeño.

Genere musicale, esatto.

Perchè il merengue è prima di tutto una musica, solo in un secondo momento diventato anche una danza.

I movimenti sono molto semplici, tanto che il merengue si impara in fretta: è il più semplice tra i balli della Repubblica Dominicana e latino-americani in generale.

Tutto nacque dagli schiavi africani, che avevano le caviglie legate e quindi alternavano un passo all’altro in maniera cadenzata, accompagnando col movimento delle spalle.

Lo stesso nome “merengue” (meringa) sembra nascere proprio perché i movimenti ricordano il modo di montare l’uovo.

C’è una tragica ironia a pensare che un ballo associato all’allegria abbia un’origine drammatica…

Gli strumenti tradizionali riflettono la triplice identità della nazione:

  • la güira, di origine Taino, è un cilindro di metallo forato che viene percosso o raschiato con una bacchetta
  • la tambora è un tamburo a doppia membrana di origine africana
  • la fisarmonica fu portata dagli europei.

SVILUPPO DEL GENERE

Provenendo dagli schiavi, era naturale che rimanesse a lungo relegata alle fasce più povere della popolazione. I testi sulla vita quotidiana parlavano spesso di amore e venivano accompagnati da quei movimenti molto elementari che ti ho detto prima, anche se col tempo le persone li resero più sensuali.

Per circa un secolo il merengue trovò grande diffusione nei quartieri degradati, soprattutto nei bordelli.

A proposito di questo, sembra ormai accertato che il Perico Ripiao (altro termine col quale si identifica il merengue più antico) prenda il nome proprio da uno dei bordelli più frequentati dell’epoca.

Alcuni documenti del 1918 dimostrano che già all’epoca il merengue era considerato il ballo tradizionale e nazionale della Repubblica Dominicana, anche se il maggiore impulso alla sua diffusione lo si deve a Rafael Leònidas Trujillo.

Proveniente da un’area rurale e da una famiglia di basso ceto, il dittatore era cresciuto con quei ritmi e li amava a tal punto che commissionò molti brani in suo omaggio da diffondere sulle stazioni radiofoniche e nei saloni da ballo.

In questo modo, il merengue iniziò ad essere accolto e apprezzato anche dalle classi borghesi che fino a quel momento lo ritenevano troppo volgare e scandaloso.

Oggi è uno dei generi latini più amati e diffusi in tutto il mondo e nel 2016 l’UNESCO lo ha proclamato Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

La popolazione della Repubblica Dominicana lo celebra tutti i giorni ma esiste anche il “Festival Internacional de Merengue”. Si svolge ogni anno a luglio a Santo Domingo per 4 giorni, attira danzatori da qualsiasi nazione e trasforma la città in un luogo di gioia tra esibizioni, bancarelle e giostre.

COME SI BALLA IL MERENGUE

Tralasciando l’origine, i primi movimenti consapevoli e pensati come danza erano utilizzati come forma di corteggiamento.

Si potevano trovare in forma individuale, in coppia o in gruppo (soprattutto nelle zone rurali dove la vita era comunitaria).

In quest’ultimo caso, funzionava più o meno così:

si formava un cerchio di uomini e donne, con una ragazza in età da marito in centro.
A ritmo di musica, ogni uomo lanciava il proprio cappello sperando che la ragazza accettasse la sua proposta, raccogliendolo.

Come ho già scritto, il merengue originale è semplice da imparare e si basa sulla vicinanza dei partner, che consente giri semplici e veloci: si muovono molto il bacino e i fianchi, assieme a un gioco pronunciato di piedi e ginocchia.

Negli anni, sono nate varianti più spettacolari e ricche di figure, che sono quelle che si imparano nelle scuole in giro per il mondo e che si eseguono nelle gare.

E ora, ti lascio il video del 2019 del Guinness World Record per il merengue più grande del mondo. Essendo la patria del ballo, il record non poteva che appartenere alla Repubblica Dominicana 😊.

 

LA BACHATA, IL BALLO PIÙ SENSUALE

E ora, sotto con il secondo dei balli della Repubblica Dominicana!

I punti in comune con il merengue sono più di uno:

  • Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO (dal 2019)
  • è prima di tutto un genere musicale da cui deriva la danza
  • nata nelle zone povere e inizialmente snobbata dai borghesi.

Ma vediamo i dettagli.

I ritmi della bachata sono dolci e melodiosi e hanno meno influenze africane rispetto agli altri generi latini. Gli strumenti principali sono la chitarra, il bongo e la güira già vista nel merengue.

La bachata nacque negli anni Quaranta del Novecento nelle zone più povere e degradate. I temi ruotavano soprattutto attorno agli amori infelici, a quelli impossibili o agli intrighi amorosi e per questo è anche conosciuta come “mùsica de amargue” (musica della tristezza/amarezza).

Naturalmente, come nel caso del merengue, la presenza nei quartieri più poveri e degradati la portava a fiorire nei quilombos (bordelli) e spesso “las mujeres de rumbo” (prostitute) erano i soggetti delle storie raccontate.

Come prevedibile, anche la bachata fu ostracizzata dalle classi borghesi e dalle autorità perché troppo erotica e indecente.

Infatti, il ballo prevede uno stretto contatto tra i corpi della donna e dell’uomo, con movimenti ridotti all’osso ma molto complici.

Ma questo non ne scalfì il potere da aggregatore sociale.

Per molti anni riuscì a sopravvivere tra il popolo, che unendo musica, canto e ballo diede vita a ritmi romantici e a figure coinvolgenti fino a formare ufficialmente la bachata. La sua nascita come genere ben definito, infatti, si deve ad una lenta trasformazione.

LA NASCITA DELLA BACHATA

I germogli si trovano nelle esibizioni spontanee che riempivano le feste popolari.

La stessa parola “bachata”, infatti, sembrerebbe essere un sinonimo di festa e divertimento. La prima menzione del termine risale al 1922 ed è relativa all’uomo comune del villaggio di Sabaneta, che là trova

“tutto quello che può lusingare i suoi vizi e desideri incontrollati: combattimenti di galli, caramelle e rum; ma quello che più gli piace e lo attrae è la festa, che sia di fisarmonica, o la bachata a suoni di chitarre, canti o boleros. Lì si sta lunghe ore, tra un sorso e l’altro di rum, senza preoccuparsi di niente […] né della forma incivile con la quale si passano l’una o l’altra ballerina”.

Soltanto negli anni Quaranta la bachata ottenne un’identità consapevole e fu riconosciuta come genere autonomo.

Un’altra tappa importante arriva negli anni ‘60, quando riesce a diffondersi fuori dalle zone rurali arrivando fino ai centri abitati maggiori:

il ruolo più importante lo ebbe Josè Manuel Calderòn, che fu forse il primo interprete di rilievo ed è quindi considerato da molti come il fondatore della bachata.

Il definitivo successo arrivò negli anni Ottanta.

Luis Segura, Anthony Santos, Luìs Vargas e Raulìn Rodriguez portarono nuove forme ritmiche che vennero diffuse dalle radio, in particolare Radio Guarachita. E Juan Luìs Guerra, ancora oggi uno dei bachateri più apprezzati al mondo, riuscì a diffonderla nei circoli internazionali grazie all’album “Bachata Rosa” uscito nel 1990.

Infine, la vera esplosione e la definitiva consacrazione arriva a partire dal 2002 con gli Aventura, il gruppo delle hit “Obsesiòn” e “Cuando volveras”. I quattro dominicani cresciuti a Brooklyn unirono i ritmi del genere della loro patria a quelli che riempivano le strade newyorkesi, modernizzando la bachata e rendendola ancora più appetibile al grande pubblico.

I NUMEROSI MODI DI BALLARE LA BACHATA

Altro punto in comune con il merengue è la facilità originaria del ballo.

Nella vera bachata dominicana, infatti, le figure sono ridotte quasi a zero: il ballo prevede i partner abbracciati e pressochè fermi sul posto mentre dondolano e muovono le anche in maniera sensuale.

Tutte le figure che siamo abituati a vedere sono un’aggiunta delle varie versioni internazionali, che molto spesso prevedono movenze artistiche scenografiche e complesse.

E queste due scuole di pensiero convivono ormai da parecchi anni.

La danza fedele alle origini è quasi un’esclusiva dominicana, mentre le versioni con molte figure (prese in prestito dalle altre danze latine) sono quelle che vengono insegnate nelle scuole e che sono utilizzate nelle gare e nelle kermesse perché più spettacolari.

LA BACHATA, IL PIÙ INTERPRETATO DEI BALLI DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

Cercherò di fare un po’ di ordine, elencando i principali stili di bachata:

  1. bachata dominicana: quella tipica, con poche figure e movimenti cadenzati. I pilastri sono l’improvvisazione e la spontaneità (fattori fondamentali per ogni ballo caraibico), non esistono schemi da seguire tassativamente. L’importante è farsi trascinare dalla musica e trovare il giusto feeling con il/la partner
  2. bachata europea: caratterizzata da moltissime figure, nasce soprattutto nelle scuole europee. Spesso la musica usata è più commerciale e l’alto numero di passi predefiniti riduce la spontaneità a favore invece di schemi da seguire che puntano soprattutto alla spettacolarità. Questo stile mantiene poche tracce delle sfumature ritmiche all’origine della bachata (come cha cha, son, bolero, etc.)
  3. bachata sensual: è una creatura nata dalla bachata figurata europea, dalla quale si distingue per la maggiore attenzione alla sensualità. Spazio quindi al contatto e al linguaggio del corpo, con movimenti sinuosi della donna opportunamente guidata dall’uomo attraverso tocchi in determinati punti del corpo
  4. bachata fusion: all’interno di questa categoria rientrano molte danze, a seconda del ballo col quale viene fusa la bachata. Si possono trovare quindi la bachatango (ovvero bachata + tango), il bachatòn (bachata + reggaetòn), la bachata urbana (bachata + hip hop). Come puoi capire, questi stili perdono quasi completamente l’essenza dei balli dai quali derivano e sono più un esercizio di creatività e innovazione.

Periodicamente nascono nuovi stili, ispirati alle più svariate influenze e quindi ti capiterà di sentire parlare di tantissimi tipi di bachata.

L’11 dicembre 2021, un grande evento sul Malecòn di Santo Domingo ha portato la Repubblica Dominicana a portarsi a casa il Guinness per la bachata più grande del mondo, ballata contemporaneamente da 498 coppie.

In due anni, quindi, il Paese ha ottenuto il record mondiale per entrambi i suoi generi.

COME APPREZZARE DAL VIVO I BALLI DELLA REPUBBLICA DOMINICANA

La musica è onnipresente tra i dominicani: ogni occasione è buona per ballare e lasciarsi travolgere dal ritmo.

Quindi, durante un viaggio, tra le tante cose da fare in Repubblica Dominicana sarà inevitabile imbattersi in qualche danza più o meno improvvisata.

Se ci sono alcuni luoghi di ritrovo dove questo diventa una certezza, come i colmados o i car wash, posso testimoniare per altri casi meno prevedibili.

Ad esempio, nei miei viaggi mi è capitato di assistere al personale dell’aeroporto che improvvisa un ballo fischiettando la melodia e addirittura che una cameriera, in una pizzeria di Las Terrenas, iniziasse a “ballicchiare” da sola tra i tavoli nei momenti di pausa tra una portata e l’altra.

Insomma, ogni attimo è buono e testimonia un modo di vivere differente dal nostro, sicuramente più sereno e rilassato.

Ma oltre a questi momenti spontanei, ci sono anche occasioni ufficiali, soprattutto nella capitale.

Ogni anno, a luglio, la città accoglie ballerini di merengue da tutto il mondo per il “Festival del merengue”: quattro giorni di festa che la trasformano in una pista da ballo all’aperto, con tantissime esibizioni oltre a giostre, bancarelle e molto altro.

In più, ci sono alcuni appuntamenti fissi nella Zona Colonial che si tengono tutto l’anno:

il Balletto Folkloristico del Ministero del Turismo offre spettacoli gratuiti ogni venerdì e sabato sera nel Parque Colòn, davanti alla cattedrale.

La domenica sera, invece, l’appuntamento imperdibile è quello alle Rovine del Monastero di San Francisco con la musica live del Grupo Bonyè.

Puoi scoprire tutti i segreti della città con la mia guida su cosa fare a Santo Domingo.

E con queste ultime notizie, chiudo questa rassegna sui balli della Repubblica Dominicana. Se ti è piaciuta, mi piacerebbe tantissimo una tua condivisione.

Ti ringrazio,

alla prossima!

Noel

Nota: articolo rivisto e aggiornato a dicembre 2022.

 
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